Sogliano Cavour, storia dei suoi proprietari e la ricca tradizione eccleastica

A circa 26 km da Lecce sorge il borgo di Sogliano Cavour. Il suo nome storicamente deriverebbe da Solium Juni, dal momento che si ritiene che in questa località venissero adorati il sole e il dio Giani Bifronte in antichità. Le ipotesi citano anche il dio Sole, del quale riconosciamo il simbolo nello stemma cittadino.

Differente il discorso invece per l’aggiunta dell’appellativo Cavour. Fu infatti aggiunto all’indomani dell’Unità d’Italia. Fu ordine di Vittorio Emanuele II. Un decreto riferito ai comuni che presentavano identità di nome. Era necessario cambiare denominazione per evitare confusione (ne esistono due in Italia, in Puglia e in provincia di Forlì, ndr).

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Storia di Sogliano Cavour

Dal 1088 e fino al 1648, Sogliano Cavour fece parte di Soleto, cui sottostavano anche Galatina, Zollino, Aradeo e Noha. In seguito passò ai Filomarino, che governarono per circa 30 anni, realizzando il Monastero dei Padri Agostiniani, edificato su ciò che restava della chiesa S. Maria del Riposo. Sul finire del Seicento la famiglia vendette il tutto ai Ferrari. La maggior parte delle terre passò ai Tamborrino di Maglie nella seconda metà del XIX secolo. In seguito, per via parentale, passò ai Galluccio di Galatina, che ancora oggi ne sono i proprietari.

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Cosa vedere

Di seguito riportiamo un’analisi dell’architettura ecclesiastica da ammirare a Sogliano Cavour, essendo questa predominante. Partiamo con la Chiesa di Maria SS. Dell’Annunziata, nota anche come Chiesa del Convento. Sorge su un complesso di grotte, delle quali oggi resta ancora la grotta della Madonna del Riposo, pur con i dovuti rimaneggiamenti. Al secolo era meta di pellegrinaggi continui. L’attuale chiesa si presenta oggi arricchita da motivi artistici e pittorici.

La Chiesa di San Lorenzo merita d’essere visitata, senza dubbio. Risale al XV secolo e vanta una facciata neoclassica. Al centro della cupola si può ammirare un angelo in una nuvola, con in mano una graticola e nell’altra la corona. Mentre un altro angelo regge una palma.

Quella che oggi chiamano la Chiesa delle Anime Sante sorge invece su un complesso di grotte un tempo dedicate a S. Trifone. Probabilmente risalgono al VI secolo d.C. ed erano inglobate un tempo nel perimetro delle mura del borgo. Su queste venne costruita l’attuale Chiesa.

Da scoprire, infine, il Monastero di S. Agostino, che risale alla prima metà del XVII secolo. Superato il portone d’ingresso, si accede al chiostro, al cui centro si può ammirare la cisterna, che accoglieva le acque piovane e costituiva una ricca riserva idrica.

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