Il Parco Naturale di Porto Selvaggio è stato istituito nel 1980, al fine di salvaguardare la tutela di ben 424 ettari, dei quali più della metà è rappresentata dalla pineta che negli anni ’50 è stata impiantata dal Corpo Forestale. Un vero spettacolo naturalistico da non perdere durante la propria visita in Salento. Ad oggi sono tre i siti di interesse comunitario, nello specifico Torre Uluzzo, Torre Inserraglio e Palude del Capitano. A ciò si aggiungono aree di interesse archeologico e paleontologico. Le tre torri, distribuite lungo i 7 km della costa del Parco, erano un tempo destinate alle vedette, al fine di tutelare il territorio dopo la presa di Otranto del 1480.
Il regno del relax, con la pineta che circonda la spiaggia che rende questo luogo perfetto, con i suoi maestosi pini d’Aleppo, che ormai vantano più di 70 anni d’età. La preziosità di questa porzione di Salento ha spinto il FAI, Fondo Ambiente Italiano, a inserirla nell’elenco delle aree da tutelare nel 2007 (100 luoghi da salvare, ndr). C’è tanto da scoprire nel Parco Naturale di Porto Selvaggio. Oltre a rilassarsi in spiaggia, infatti, si può andare all’avventura, esplorando e godendo al confine sud della Palude del Capitano, ad esempio. Da ammirare anche la Grotta del Cavallo, dove lasciarsi ammaliare dalla piccola spiaggia con scogliere a picco sul mare, circondata dalla macchia mediterranea. Un fitto bosco ricco di pini d’Aleppo, come detto, ma anche cisto rosso, rosmarino, cipresso, timo arbustivo e mirto.
Una settimana in Salento: cosa vedere
La spiaggia di Porto Selvaggio: come arrivare
Che siate in cerca di relax o di un luogo altamente instagrammabile, la spiaggia rocciosa di Porto Selvaggio è ciò che state cercando. Panorama da sogno sopra e sotto il livello del mare. Come si potrebbero infatti ignorare gli splendidi fondali rocciosi, che offrono uno scenario da favola per le escursioni subacquee. Ampia la presenza di rocce calcaree, che genera un fenomeno carsico, con la conseguente formazione di grotte sotterranee lungo la costa. Decisamente particolare la conformazione idrogeologica del sottosuolo, che genera sorgenti d’acqua dolce provenienti dal fondo marino, dalle ricche virtù terapeutiche.
Raggiungere questo paradiso del Salento richiede una certa organizzazione, ma il premio vale la pena patita. Differenti le possibilità per ritrovarsi qui, a partire dal sentiero che conduce al mare attraverso la pineta. In questo caso si dovrà camminare per circa 30 minuti. È possibile ovviamente arrivare qui via mare, magari affidandosi alle esperte guide del luogo. L’ultima alternativa è poi quella di passare attraverso le discese rocciose, per i più avventurosi, con piccoli sentieri ripidi e non adatti agli amatori che conducono a questo luogo isolato e magnifico.