Bagnolo del Salento: la città dei cordai

Il Salento ha tanti tesori da offrire, il che si traduce nell’andare a caccia di borghi al di fuori delle canoniche mappe degli itinerari. Basti pensare a Bagnolo del Salento, in provincia di Lecce, in grado di conquistare i turisti affamati di storia dei territori visitati. Questa cittadina si trova in collina e vanta meno di 2mila abitanti. Scopriamo la sua antica storia e tutto ciò che c’è da vedere in questo luogo.

Si ritiene che l’origine del nome sia latina, da Balneum-Belneolum. Il centro pare sia sorto in epoca romana e all’epoca ospitava dei famosi bagni termali. Studi più recenti fanno risalire la denominazione alla parola greco-bizantina “Βαλανεῖον”, che vuol dire vasca. Ciò comproverebbe un antico insediamento nel corso della nascita dell’antica produzione di calcestruzzo (le vasche sarebbero quindi quelle per contenere il prodotto, ndr). I primi insediamenti umani, invece, risalgono all’età del Bronzo, stando ai resti rinvenuti.

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Cosa vedere a Bagnolo del Salento

Così come spesso accade nei borghi salentini, i principali luoghi d’interesse sono gli edifici religiosi. Nonostante le piccole dimensioni della cittadina, non mancano di certo esempi splendidi di architettura di genere, come nel caso della Chiesa Madre di San Giorgio. Questa è nata sulle fondamenta dell’antica parrocchia risalente al XV secolo. Da ammirare la facciata neoclassica e al suo interno le opere dell’antica chiesa che fu, così come il grande organo in legno. Nel centro storico troviamo inoltre la Chiesa di Santa Maria dei Martiri, il cui nome fa riferimento all’eccidio di Otranto del 1480, quando gli ottomani saccheggiarono la città, certi di star attaccando Brindisi. Il tutto per il rifiuto di rinnegare la religione cristiana.

Da apprezzare, però, anche l’arte artigiana, come nel caso dei cordai. Una pratica molto antica, che un tempo rappresentava l’attività lavorativa cardine di Bagnolo del Salento. Si preparavano corde con paglia di palude, ottenuta sulle rive dei laghi Alimini. Oggi la pratica è quasi sparita, dato l’avvento del nylon, ma non totalmente morta. Resta però la nomea di “zuncari”, ovvero cordai, per i locali. Da visitare nell’area, sul fronte paesaggistico, è di certo la Grotta Basiliana. Si tratta di un insediamento rupestre che risale all’epoca bizantina. Si trova all’estremo confine orientale del borgo, non troppo distante dalla Serra di Montevergine. Una grotta scavata nella roccia calcarea, caratterizzata da un’ampia sala con volta sorretta da un pilone posto al centro. Sulle pareti è ancora possibile ammirare tracce di affreschi antichissimi, così come mensole per appoggiare le lucerne.

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