Particolare il nome di Acquaviva delle Fonti, che deriva dalla falda acquifera che regna nel sottosuolo di questo antico borgo pugliese. Siamo nell’entroterra, nella provincia di Bari, a una distanza alquanto ravvicinata da entrambe le coste, con chance di recarsi agevolmente tanto sul mare ionico quanto su quello adriatico. Un luogo in parte ancora molto legato al proprio passato, che si traduce in un’importante storia. Negli ultimi anni, però, l’evoluzione edilizia ha preso il sopravvento, modernizzando alcuni tratti. Di particolare interesse la storia di Acquaviva delle Fonti, le cui origini vengono fatte risalire al IV-V secolo.
Al tempo ci sarebbero stati i primi insediamenti, precisamente nei pressi della collina di Salentino. Negli anni Settanta vennero effettuati degli scavi, che portarono alla luce abitazioni e scheletri umani. Nel corso del Medioevo la cittadina venne distrutta dai barbari, con Longobardi e Saraceni impegnati in seguito a gestire il territorio, poi liberato dall’Imperatore Ludovico II. Svariate le dominazioni, dagli angioini agli aragonesi, per poi subire la presenza di Napoleone e infine godere dell’accesso nel Regno d’Italia nel 1861, dopo l’ultimo dominio dei Borbone.
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Cosa vedere ad Acquaviva
Uno degli elementi cardine dell’architettura di Acquaviva delle Fonti è la cattedrale di Sant’Eustachio. Rientra nel novero delle quattro basiliche palatine presenti in Puglia. L’ultima pietra venne posta nel 1594, mentre ben più “recente” è l’aspetto attuale della splendida Torre dell’Orologio, ristrutturata in toto nell’Ottocento. Sul fronte degli edifici storici spicca di certo il Palazzo De Mari-Alberotanza, voluto dal principe Carlo De Mari al termine del XVII secolo. Caratterizzato da un triplice balcone sulla facciata, è stato ideato dall’architetto genovese Riccobuono e al suo interno vanta più di 100 ambienti.
Il prodotto tipico della zona è la cipolla rossa di Acquaviva, che vanta alcune sfumature cromatiche, dal violaceo esterno al bianco interno, passando per diverse diluzioni. Molto dolce e dalla particolare forma appiattita, viene coltivata ancora oggi seguendo gli antichi metodi. Seminata al tramonto a settembre e raccolta tra luglio e agosto. Tanti i piatti tipici preparati con una base di gustosa cipolla, a volte reinventando un po’ la tradizione culinaria pugliese, antichissima. Non solo cibo, però, con il borgo che offre anche svariati eventi ricorrenti. Parliamo ad esempio della festa di Sant’Eustachio, patrono locale, che si celebra il 20 maggio.
La tradizione vuole siano stati i Normanni a designare il santo, le cui reliquie sono ancora visibili all’interno della cattedrale. Da segnare sul calendario anche la festa di Maria Santissima di Costantinopoli, che si svolte il primo martedì di settembre. Durante questo grande evento si può apprezzare il lancio del pallone aerostatico. Aggiungiamo all’elenco, infine, la Sagra del calzone di cipolla, che offre degustazioni di prodotti e piatti tipici.
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