Novoli, un borgo nel parco del Nrogramaro

Novoli è un piccolo borgo della provincia di Lecce, che vanta poco meno di 8mila abitanti. Siamo in Salento, nella Valle della Cupa precisamente. Una cittadina, questa, che si trova quasi alla stessa distanza dal mare Ionio e dal madre Adriatico. Il comune è inoltre inserito nel parco del Negroamaro e comprende anche la frazione di Villa Convento.

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Storia di Novoli

L’etimologia del nome deriverebbe dal latino Novulum-Novale, ovvero campo da arare. Sembra infatti che il nome venisse sfruttato dai locali in sostituzione di quello ufficiale, Santa Maria de Novis.

Il villaggio sarebbe sorto in origine intorno a tre antichissime chiese, San Salvatore, San Giovanni e Sanata Maria Madre di Dio. Il tutto grazie all’opera degli abitanti di Porziano, casale vicino.

Le testimonianze più antiche in merito alla presenza dell’uomo nel territorio sono rappresentate dalle grotte di Cardamone. Sono state infatti ritrovate delle ossa fossili risalenti al Pleistocene superiore. Non mancano inoltre dei menhir dell’età del bronzo.

Sotto l’aspetto archeologico, risalgono al periodo magno-greco due tombe del VI secolo a.C., con tracce d’epoca bizantina nei resti di un affresco nella chiesa dell’Immacolata.

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Cosa vedere a Novoli

Tanti gli esempi di eccellente architettura religiosa nel borgo di Novoli, a partire dalla Chiesa madre di Sant’Andrea Apostolo. Segnaliamo inoltre anche la bella Chiesa della Madonna del Pane. Chi è in vena di un tour ecclesiastico avrà pane per i propri denti: Chiesa di Sant’Antonio Abate, Chiesa dell’Immacolata, Chiesa di San Salvatori e ancora Chiesa e Convento dei Padri Passionisti. Un elenco che, per quanto possa sorprendere, non è omnicomprensivo. All’appello ne mancano altre sei, nonostante le piccole dimensioni del borgo.

Sotto l’aspetto civile, invece, da ammirare il Palazzo baronale, che risale al XVI secolo. Edificio che divenne una ricca biblioteca. Spazio poi al Teatro comunale, edificato come teatro popolare e costruito a ridosso del palazzo baronale.

Sul fronte archeologico, infine, è possibile cimentarsi in un viaggio nel tempo grazie al menhir presente nell’area, ovvero il Menhir Pietragrossa, com’è noto tra i locali. Ha dato il nome alla contrada dov’è stato individuato. Si eleva a 110 cm in altezza e vanta una superficie particolarmente corrosa. Sul suo lato a S, inoltre, si nota un foro passante di 4 cm, che ha dato il via a svariate speculazioni.

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