Nardò è uno dei borghi più antichi, noti e affascinanti del Salento. Un luogo incantevole in provincia di Lecce. Le origini cittadine sono molto antiche e ciò è reso chiaramente dall’etimologia del nome. Nardò deriva infatti dalla parola illirica, nar, che significa “acqua”.
Non mancano leggende in merito alla fondazione del borgo salentino. Una delle più famose lo vorrebbe emergere proprio nel punto in cui un torno avere creato un pozzo. Un colpo di zoccolo nel terreno aveva dato il via a tutto, seguendo in parte un mito greco. I riferimenti alla cultura ellenica non sorprendono di certo, considerando il fatto che la città sia stata fondata dai Messapi.
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Cosa vedere
Sono svariati i monumenti storici del borgo, con Sedile di Nardò che rappresenta l’edificio più antico della piazza centrale. Era un tempo la sede del magistrato responsabile delle decisioni cittadine. Guardando indietro, fino al XVII secolo, si scopre come venne aggiunto il pezzo superiore con il santo patrono cittadino di San Gregorio Armeno, San Michele Arcangelo e Sant’Antonio di Padova.
Molto particolare il susseguirsi di balconi colorati in Piazza Salandra. Il tutto dà al borgo un’aria molto sudamericana. Altra caratteristica architettonica decisamente particolare è poi rappresentata dagli archi “orfani”, che sono sparsi in giro per la città.
I Palazzi storici non mancano di certo, come Palazzo dell’Università, in Piazza Salandra, i cui lavori sono iniziati nel 1588 e terminati nel 1612. Fino agli anni ’30 del secolo scorso ha visto all’interno gli uffici comunali, poi trasferiti presso il Castello di Acquaviva.
Quest’ultima venne costruita su volere degli Acquaviva, com’è facile immaginare, una delle sette dinastie del Regno di Napoli. Da ammirare anche Palazzo de Pandi, che risale al XV secolo. Del tutto rinnovato nel 1800, vanta un curioso passaggio ad arco con tetto in vetro tra i due edifici che costituiscono l’enorme struttura.
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In aiuto degli ebrei
Ricchissima la storia di Nardò, tanto in antichità quanto in periodi più recenti. Guardando alla Seconda Guerra Mondiale, è importante ricordare il soccorso prestato tra il 1943 e il 1947 a 100mila sopravvissuti ebrei dei campi di concentramento.
La comunità di Nardò li ha accolti calorosamente al tempo, assistendoli in ogni maniera possibili dopo anni di prigionia e barbarie. Fu data loro la possibilità di praticare liberamente la propria religione, portando avanti le tradizioni ebraiche nella Sinagoga allestita a Santa Maria al Bagno. Oggi la loro storia è raccontata nel Museo della Memoria.