Ha del clamoroso la scoperta effettuata in Puglia, precisamente nella Grotta Romanelli di Castro. Quest’area rientra nell’ampia provincia di Lecce, dov’è stato rinvenuto il ritratto dell’ultimo leone delle caverne europeo. Si tratta di uno dei più grandi felini mai esistiti. Nello specifico parliamo di un “disegno” realizzato su quello che è un reperto scoperto 80 anni fa in Salento. Oggi è stato possibile analizzarlo con tecniche avanzate, il che ha portato alla clamorosa rivelazione.
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La scoperta
Come detto, il reperto è stato scoperto 80 anni fa ma le nuove tecniche hanno permesso di svelare il suo grande segreto. Questo prezioso reperto risale a circa 12mila anni fa, in una fase in cui, ritengono gli scienziati, l’animale era ormai quasi del tutto estinto nel nostro continente. Nel Sud Italia si aggiravano di fatto gli ultimi esemplari del leone delle caverne europeo.
Uno studio approfondito e all’avanguardia, guidato dal Centro nazionale della Ricerca scientifica francese, con i risultati pubblicati sulla rivista Quaternary Science Reviews. Importante la partecipazione italiana, nello specifico da parte dell’Istituto di Scienze del patrimonio culturale e dell’Istituto di Geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche, Università Sapienza di Roma, Università di Milano, Università di Cagliari e Università di Torino.
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Dov’è oggi il leone di Grotta Romanelli
Dopo i test e l’accertamento della presenza del prezioso “disegno”, si è provveduto al trasporto prezzo il Museo della Civiltà di Roma, dov’è custodito. Le nuove tecniche hanno permesso, inoltre, di identificare anche alcune raschiature sulla pietra. Ciò sarebbe effetto di un processo di preparazione della superficie.
Individuate anche tracce di pigmento rosso, che rivelano l’uso di ocra. Oltre a un leone, sul blocco sono stati incisi in antichità anche un asino europeo e una serie di varie linee e forme. Questa è di fatto l’ultima rappresentazione, e anche l’ultima testimonianza, di un leone delle caverne in Europa.
Ecco le parole di Raffaele Sardella (Sapienza), co-autore dello studio: “L’interdisciplinarità di questo lavoro sottolinea l’importanza di questo tipo di approccio nella ricerca, nonché la necessità di riprendere in mano le vecchie collezioni che hanno ancora tanto da svelare. Nel caso specifico, lo studio apre nuove prospettive di ricerca sul valore simbolico dei grandi felini per le popolazioni paleolitiche e sull’estinzione del leone delle caverne in Europa”.