Tiggiano, l’antica storia del borgo salentino e cosa ammirare

Tiggiano è un borgo della provincia di Lecce, nella parte sud del Salento. Dista dal capoluogo circa 60 km e vanta una storia molto interessante. Dopo aver subito la conquista degli Angioini, nel Mezzogiorno d’Italia il re Roberto d’Angiò assegnò il feudo di Tiggiano al nobile francese Rodolfo De Alneto. Fu una ricompensa per quello che era uno dei protagonisti più importanti della conquista avvenuta.

Nel 1309, però, il feudo e l’insieme delle piccole casette dei contadini che si erano insediati, passò al famiglia nobile otrantina degli Arcella. Questa risulta quindi essere la famiglia nobile più antica di Tiggiano, stando ai documenti rinvenuti. La campagna limitrofa venne poi acquistata dalla famiglia dei Serafini-Sauli nella prima metà del XVII secolo. Anche il borgo venne annesso, ovviamente, riuscendo in seguito a ottenere il titolo baronale.

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Cosa vedere a Tiggiano

Non mancano di certo i luoghi da visitare nel borgo di Tiggiano, che offre numerosi esempi di architettura civile e religiosa. Partiamo dalla Chiesa di San Ippazio, patrono del luogo. La sua edificazione risale al XVII secolo e si trova sulla strada principale del paesino salentino. Nelle linee si ispira agli ultimi anni dello stile barocco. Da ammirare poi l’Oratorio di San Michele, realizzato nel 1590 per volere della famiglia Arcella, situato nella parte ovest del proprio palazzo signorile.

L’unica porta d’ingresso vanta un arco, sul quale è inciso LABS IACOB ERECTUS AD HONOREM DNI ANGELI, il che si traduce così: Opera fatta erigere da Giacomo (Arcella) ad onore dell’Angelo Divino. Al suo interno, l’oratorio vanta una tela di San Michele Arcangelo del 1590. Spazio inoltre per una piccola statua di cartapesta di San Ippazio.

Merita ovviamente una visita, ovviamente, il palazzo baronale, attualmente sede del Municipio di Tiggiano. Si tratta di una costruzione risalente al Seicento, con elementi rinascimentali. Testimonianza del lungo dominio della fmaiglia Serafini-Sauli. Portale d’accesso di pregio, ed è ancora quello originario, posto sotto il balcone a loggia. Suggestivo il cortile interno, delimitato da archi, arricchiti da glicini in primavera. Dal retro si accede al bosco, che vanta un panorama mozzafiato di macchia mediterranea.

Da segnalare, infine, la Torre Nasparo, all’incrocio tra la via del male e la litoranea. Posta a sentinella di Marina Serra, ha un abase troncoconica, con diametro di 11 metri. Realizzata con pietre non squadrate, vanta all’interno una cisterna di quattro metri per quattro, con copertura a botte. Vi sono poi tracce di un colatoio. Immersa in uno splendido paesaggio, comunica visivamente con Torre Palane a nord e Torre Speccia Grande a sud.

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