Castelluccio dei Sauri è un piccolo borgo di circa 2000 abitanti, sito nell’ampia provincia di Foggia, in Puglia. Vanta una posizione dominante sulla bassa valle del Cervaro, posizionandosi sulle prime propaggini del Subappennino dauno.
Differenti le steli daune che attestano l’antico popolamento di questo territorio. Resta invece incerta l’identificazione con l’oppidulum di epoca romana, ricordato nella quinta Satira da Orazio. Il primo documento certo e incontrovertibile risale al 1118, ovvero alla donazione con la quale il normanno Roberto II di Loritello donava al capitolo della chiesa di Bovino il feudo di Castelluccio.
Castelluccio dei Sauri: cosa vedere nel borgo e nei dintorni
Cosa fare a Castelluccio dei Sauri
Dal 5 al 7 agosto si celebra la festa patronale di Castelluccio dei Sauri, dedicata a San Salvatore. Evento che mescola tanti elementi differenti, dall’enogastronomia locale all’arte, della cultura alla storia, dalla musica allo spettacolo. Il tutto concluso ogni anno da spettacolari fuochi d’artificio.
Alle 8.30 del mattino del 5 agosto ha inizio la Fiera che prende il nome del Santo protettore. Alla sera, invece, spazio al Festival d’Arte Apuliae. Il giorno seguente, a partire dalle ore 9.00 del mattino, è possibile assistere alla Corsa Storica dei cavalli, con esibizioni e giochi. Per le vie del borgo si esibisce poi la banda locale. Previsti inoltre importanti concerti. Il tutto si conclude il 7 agosto, con lo spettacolo musicale in Piazza Cesare Battisti. A mezzanotte, infine, spazio ai fuochi d’artificio, che fanno parte ormai della tradizione locale.
Uno degli eventi più apprezzati è di certo il Castlluzz in reggae. Non si tratta di una festa antica, anzi. Nel 2024 è giunto alla sua terza edizione e si tiene il 31 agosto presso il Villaggio Artigiani di Castelluccio dei Sauri.
Ecco come viene descritto dal Comune: “Scambio interculturale, tradizione, benessere psicofisico: valori trasmessi e veicolati con uno strumento immenso che è quello della Musica Reggae. In Puglia, come in tutto il sud Italia – evidenzia il direttore artistico, Alessandro Falcone – abbiamo dei grandi musicisti e pionieri che negli anni hanno lavorato per divulgare la cultura della musica reggae. Il nostro festival vuole omaggiare i loro impegno e dare spazio ad artisti emergenti favorendo, ancor di più, una crescita artistica territoriale”.
