Tricase è di certo un borgo particolarmente caratteristico dell’area del Basso Salento. Il suo nome deriva anticamente da Treccase, poi trasformato in Trecase e ancora Tricasi o Tricasium. Dovrebbe trattarsi dell’unione di tre casali, che avrebbero dato origine a un nucleo abitativo. Altra teoria è quella della derivazione da inter casas, ovvero paese formatosi in mezzo ad altri casali.
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La storia di Tricase
La storia del borgo salentino di Tricase è molto antica, considerando come si trovi in un’area ricca di reperti preistorici e testimonianze megalitiche. Mancano i documenti per verificare esattamente le origini del centro abitato ma pare che tutto abbia avuto inizio tra il X e l’XI secolo. Esistevano al tempo tre casali che, unendosi, determinarono la nascita del primo nucleo abitativo.
Le prime informazioni certe risalgono al XII secolo, quando il feudatario era Demetrio Micetti, i cui successori vennero spodestati da Carlo I d’Angiò, dopo la Battaglia di Benevento. Col tempo le dominazioni sono state svariate. Venne infatti incluso nel Principato di Taranto e concesso in feudo a Raimondello Orsini Del Balzo, da parte del re di Napoli Ladislao di Durazzo. Dal 1588 al 1806 fu poi sotto il dominio dei Gallone, che si fregiarono del titolo di Principi. Di questa importante famiglia resta principalmente la memoria di Maria Bianca Gallone, ultima Principessa di Tricase, morta nel 1982.
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Cosa vedere
Non mancano di certo le bellezze architettoniche da ammirare nel borgo di Tricase, oltre alla natura circostante. Partiamo dalla Chiesa Matrice della Natività, costruita intorno al ‘500 su una precedentemente danneggiata. Spazio poi alla Chiesa di San Domenico e alla Chiesa di San Michele Arcangelo.
La prima, insieme con il Convento Domenicano dei SS. Pietro a Paolo, è tra gli esempi più belli di barocco nel Basso Salento. La seconda, invece, è di costruzione rinascimentale, con portale in stile catalano – durazzesco. Come non citare, poi, la Chiesa dei Diavoli. La legenda vuole che sia stata costruita dai demoni in un’unica notte, a causa di una scommessa tra il committente, il marchese San Martino, e proprio Satana.
Sul fronte naturale, invece, merita una visita la Quercia dei Centro Cavalieri. Un albero che vanta più di 700 anni, il più maestoso monumento arboreo pugliese. L’appellativo deriva da una leggenda, che narra come tutta la corte di Federico II ottenne riparo grazie al suo essere rigoglioso.
Concludiamo con la località di Marina Serra e la Grotta del Monaco. In quest’area si può godere di una splendida piscina naturale molto nota. Per quanto riguarda la grotta, poi, vanta un’esperienza esplorativa molto interessante, a patto d’avere indosso delle scarpette protettive.
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